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domingo, 6 de noviembre de 2016

l rifugiati in Europa, la parodia continua.

Il giorno 6 ottobre 2015, pubblicai in questo blog e affermai: "I rifugiati. L'ipocrisia europea".Oggi, dopo un anno, ho intenzione di ritornare sul tema.

Senza rinunciare di chiedere a qualcuno di spiegarmi qual è la differenza tra le persone che fuggono la guerra in Siria, Iraq o in Afghanistan o le persone che fuggono dai massacri, genocidi e guerre di Guinea, Repubblica Centrafricana, Sudan Nigeria e anche le tante guerre che esistono in quello che era una volta un paese -Libia- e ciò che è oggi un gruppo di territori. In questo commento mi riferirò esclusivamente ai rifugiati che fuggono le guerre in Medio Oriente e / o dall’ Afghanistan.

L'Europa ha ancora un problema serio con i rifugiati e ancora non sa come affrontarlo. Questa settimana ha prodotto non solo il vergognoso spettacolo ungherese, in cui la maggioranza degli elettori ha respinto l'accoglienza dei rifugiati nel quadro del piano europeo di assegnazione delle quote e solo un cavillo toglie la validità legislativa, ma anche la decisione danese per controllare il flusso di rifugiati. Nel giornale El Pais del 01/10/2016 si può leggere: "Il governo liberale danese ha proposto di chiudere tutti i possibili percorsi di ingresso ai rifugiati che cercano in questo angolo Nordico di cominciare una nuova vita. Carcere incondizionato per due settimane, l'uso della forza alla frontiera dove risiedono tutti, compreso coloro che hanno visto riufiutate le proprie richieste di asilo. L’aumento dei controlli e la presenza della polizia, saranno alcune delle misure che, dopo essere stato negoziato con altri partiti e superare la votazione in Parlamento questo autunno, l'esecutivo danese si applicherà a più di 27.000 richiedenti asilo che sono entrati nel paese nel corso dell'ultimo anno e mezzo". E’ stato anche pubblicato in Danimarca un manuale: "Una Danimarca forte:controllare il flusso di rifugiati". In esso si insiste sul fatto che l'aiuto dovrebbe avvenire principalmente nel paese di origine dei rifugiati per prevenire i flussi sproporzionati di migranti: "Il Governo sta lavorando per garantire ai rifugiati e gli sfollati un aiuto nelle loro regioni di origine” o" Dobbiamo fare la nostra parte per fornire aiuto in altri paesi. Dobbiamo aiutare nelle regioni di origine in cui la necessità del nostro aiuto è più grande ". Equivale a dire in maniera più o meno mascherata, il rifiuto progressivo dell'Europa.


Il caso ungherese dimostra l’effetto che la chiamata ha prodotto a suo tempo da parte di alcuni paesi europei - in particolare in Germania -  i quali hanno avuto conseguenze umanitarie disastrose e ha preso alcuni dei peggiori istinti della razza umana. Nel seguente video, appare in maniera esplicita come polizia ungherese maltratta i profughi che stanno ancora cercando di attraversare il confine:



 Ma con questo commento, non si tratta di demonizzare i danesi o gli ungheresi, ma di studiare quello che è stato l'atteggiamento dell'Europa nei confronti dei rifugiati e analizzare se ci sia una politica europea comune e un reale interesse per l'argomento al di là di discorsi di autocompiacimento e firma degli accordi per scattare foto. E’ ben noto che dopo i primi flussi migratori di rifugiati e per le prospettive cupe incombenti, l'Unione Europea ha elaborato un Protocollo di ricezione dei profughi in cui è stato stabilito un numero di 40.000 rifugiati nel mese di giugno 2015 per essere distribuiti in diversi paesi come quote stabilite. La suddivisione è stata mostrata nel grafico seguente:


  

Più tardi, nel settembre 2015. La Commissione ha nuovamente chiesto un nuovo sforzo di accoglienza per reinsediare 120.000 profughi già nel territorio europeo. Queste 120.000 persone erano in Francia, Grecia e Ungheria e la proposta della Commissione europea è stata la delocalizzazione :


Anche se ci sono stati più proposte dalla Commissione Europea, penso che questi sono stati i due principali. Alla fine, non si sta adempiendo al problema della delocalizzazione, o si sono spostati verso i paesi di destinazione teorici assegnato al numero di rifugiati o di qualsiasi cosa. Tutto è rimasto inascoltato. Spagna, nel mese di settembre 2016, secondo diverse fonti ha ospitato circa circa 480 rifugiati su 17.387 cheha promesso di ospitare. Gli altri paesi stanno sollevando vari ostacoli: da problemi di sicurezza alla normativa proprio attraverso referendum o la mancanza di infrastrutture. Solo per ricordare: se la votazione, invece di farla in Ungheria, si sarebbe svolta in Olanda dove è richiesto solo il 30% degli elettori, sarebbe stata valida. I leader europei hanno mai avuto davvero la convinzione che avrebbero accettato questo numero di rifugiati? No, ma non aveva mai firmato l'accordo con la Turchia per comprare i diritti con i soldi. E nello stesso tempo che il nuovo accordo è stato approvato e ci sono stati molti paesi che erano contro.


Fin qui, un po’ della storia che è successa recentemente, ma adesso andrò a giudicare quanto basta il tema. La prima domanda da farsi è: era necessario un nuovo accordo di accoglienza dei rifugiati quando nell’Unione Europea e nella comunità internazionale si hanno già abbondanti legislazioni e convenzioni che si potevano applicare a questo flusso di rifugiati? Perché son serviti tutti questi accordi, se alla fine la soluzione è stata comprare la Turchia come paese che funge da confine - carcere- dei rifugiati?


Di tutti i paesi con quote, l’unico che ha adempiuto il numero assegnato è la Germania. Ciò significa che i tedeschi sono "più amichevole, accoglienti" rispetto al resto degli europei. Chiaramente no, e basta rivedere i continui battibecchi tra rifugiati e gliabitanti autoctoni, le varie manifestazioni contro i rifugiati o, i risultati dell'ultima votazione in questo paese. Bisogna ricordarsi che tutti i rifugiati inizialmente aspiravano a raggiungere la Germania come un Paradiso (si parla di emigrazione in America dopo la seconda guerra mondiale). Inoltre va ricordato che molti paesi hanno recintato, impermeabilizzato o chiuso le frontiere per impedire il transito di rifugiati in Germania causando un problema nel proprio territorio e l'esempio più crudele e vergognosa sono i paesi dei Balcani e l'Ungheria.

Ma non voglio dare tutta la colpa ai politici e voglio estendere la domande ai cittadini. I cittadini europei vogliono davvero i rifugiati vicino alle loro case? Sì, questa è la domanda. Siamo tutti esemplari nel rispondere a domande come: Pensi che il tuo paese dovrebbe accettare i rifugiati? Siete disposti a fare spazio per i rifugiati in Europa? Ma poi passerebbero come le prigioni, impianti di smaltimento, la discarica o aeroporti non desiderate accanto alla propria casa, perché sono fastidiosi, puzzolenti, fanno rumore, portano il crimine, ecc, ecc. E 'vero che ci sono i cittadini, le organizzazioni, comuni o comunità che hanno messo a disposizione dei rifugiati piani, centri multimediali o scuole disponibili a lavoro con i rifugiati; ma è anche vero che sono meno e che alcuni di loro, lo hanno fatto per ragioni puramente politiche o di propaganda. Né si deve dimenticare che in alcuni dei paesi dell'Unione Europea ci sono cittadini che stanno messi male o molto male e che se sui rifugiati vengono fatte considerazioni, forse quei cittadini dovrebbero avere almeno la stessa importanza e per citarne alcune citazioni:” il diritto a un alloggio adeguato, il diritto all'istruzione e il diritto al lavoro”. Se guardiamo gli ultimi sondaggi e informazioni sul tema, la conclusione è ovvia: Un sondaggio rivela che per gli europei i rifugiati rappresentano terrorismo e meno posti di lavoro. La metà o più degli intervistati ritiene che i profughi aumenteranno la possibilità di terrorismo, e ciò, scuote il paese. Nei 10 paesi esaminati, una media del 48% esprime un parere sfavorevole dei Rom nel loro paese rispetto al 43% complessivo contro i musulmani; 82% ha questa posizione in Italia, mentre sei su dieci o più dicono lo stesso in Grecia, Ungheria e Francia. La visione negativa dei Rom è aumentata dal 2015 e 6 in Germania. Vale a dire, che la presenza di rifugiati aumenta anche il razzismo e la segregazione della società.

Anche la rivista come Science ha discusso laquestione con le interviste di 1.000 persone che possono votare in 18 paesi dell'Unione europea e il risultato ottenuto è che le percentuali di accettazione dei richiedenti asilo sarebbero:


Por segunda vez, mi más sincero agradecimiento a mi amiga Sara que ha pasado el gran trabajo de traducir esta entrada

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